LA STRATEGA, LA SAGGIA, LA RAZIONALE
Il mito – nota anche come Minerva (dai romani) è la dea greca delle strategie militari, della saggezza e dei mestieri. Figlia non di una madre ma di un padre: è nata dal cervello di Zeus. È la dea delle strategie vincenti e delle soluzioni pratiche. Nella guerra contro Troia è alleata con gli Ateniesi e scende in campo contro i Troiani suggerendo strategie e influendo sul corso delle battaglie. È rappresentata con la corazza, l’elmo e lo scudo.
L’archetipo – è governata dalla razionalità piuttosto che dalle emozioni. Non perde la testa nelle situazioni critiche e nelle emergenze, trovando soluzioni pratiche in maniera simile all’approccio che avrebbe un uomo. Analitica, pratica e concreta. Invulnerabile e illibata. Sa osservare gli eventi, valutarli e cercare al momento soluzioni alternative. Seppur vergine, ama la compagnia degli uomini “Zeus” con cui si allea.
La bambina – Se non riconosciuta e sostenuta nella sua personalità Atena, sviluppa ulteriormente una corazza di difesa a sentimenti e frustrazioni. È una bambina già “adulta”.
La donna – obbiettiva, impersonale e capace. Lavoratrice instancabile, ama lavori di concetto ma anche pratici (sa usare il trapano, capire il guasto di un’auto e aggiustare il motore…). È organizzata e sa organizzare gli altri. È tutta nella testa e niente nel corpo. Ha una corazza che la rende scarsamente sensibile alle emozioni.
Ha pochissime amicizie femminili, mentre è con gli uomini che crea legami amicali. È un’amante esperta, pur se poco appassionata (non conosce fino in fondo tutte le potenzialità del corpo e delle emozioni legate al sesso). Se sposata, ha con il marito un rapporto solidale e collaborativo più che appassionato. È capace di tollerare persino la presenza di un’amante se ciò può essere utile alla relazione non minando la solidità del matrimonio. Se madre, è autoritaria e poco affettuosa e vuole che i figli diventino “bravi soldatini”, ottimi scolari, vivaci intellettualmente.
Aspetti negativi – accanto a lei ci si sente intimiditi e inferiori. Le esperienze altrui, se poco interessanti, vengono ignorate. Nasconde la proprio sensibilità. Raramente stacca dal lavoro.
La strada per evolvere – non avendo avuto una “madre affettiva” (il mito la vuole nata dal cervello di Zeuz) e non essendo mai stata bambina, ha bisogno di ritrovare l’ambito del gioco, dello stupore, della sensibilità, dell’innocenza. Deve sperimentare il riso, il pianto, gli abbracci al pari dell’accettazione e dell’accoglienza nei confronti degli altri.
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